I Conflict Minerals (minerali da conflitto) sono materie prime essenziali per molte industrie, ma la loro estrazione è spesso legata a gravi violazioni dei diritti umani. I quattro metalli coinvolti – stagno, tungsteno, tantalio e oro (noti come 3TG) – provengono da aree instabili, dove il loro commercio può finanziare gruppi armati e alimentare conflitti.
Per contrastare questi fenomeni, diverse normative internazionali impongono alle aziende di verificare la provenienza di questi materiali e garantire una filiera responsabile.
Gestire i minerali da conflitto non è solo un obbligo normativo, ma rappresenta una scelta strategica per le imprese che vogliono operare in modo etico e sostenibile, riducendo i rischi legali e migliorando la reputazione sul mercato.